Le facciate provocano l'artista e architetto argentino, Claudia Rofman, in una fantasticheria su ciò che non può essere visto. Gli ordini geometrici e la logica costruttiva, o ripetizione modulare, sono il suo linguaggio unico che deve essere decifrato. Sono visti da tutti, ma percepibili da pochi, raccontano lo spazio e il tempo, generando un senso di appartenenza, una conformazione, di sé.

Il lavoro di Rofman è un'espressione di noi. Una rappresentazione di come viviamo e comunichiamo tra di noi e di come navighiamo attraverso le nostre identità riguardo a ciò che ci circonda.