Geisha, Dipinti, 21,5 x 34

Carlo Proietto: enigmi mascherati da un'estetica incontaminata

Carlo Proietto ha scritto due libri di ricerca esauriente sulla pirografia, salvando la tecnica di bruciare immagini su legno o tessuto con uno strumento riscaldato dall'errata percezione di essere "una forma d'arte relativamente minore", stabilendo una volta per tutte che si tratta, come dice lui, " paragonabile a qualsiasi forma d'arte”. È nelle sue opere d'arte, tuttavia, che guida questo punto a casa in modo più convincente e dinamico. Perché nell'incontrare la sua mostra personale dal titolo pungente, "Born of Fire", non lascia dubbi sul fatto che Proietto sia un artista contemporaneo di prim'ordine, che lavora con un mezzo grafico che non è secondo a nessuno. A volte le sue linee possono essere sottili come quelle dei disegni a penna e inchiostro del maestro dell'Art Nouveau Aubrey Beardsley. Tuttavia, la tonalità marrone che Proietto crea con la tecnica del bruciore conferisce alle sue immagini anche una qualità pittorica più morbida e uniforme, specialmente nelle aree scure solide delle sue composizioni, dove ottiene sottili sfumature di tono e consistenza. È soprattutto l'originalità delle sue immagini che rende queste opere più straordinarie, in particolare in relazione alla difficile situazione degli esseri umani nella società contemporanea. Molte delle sue immagini sono misteriose, ovviamente basate su un sistema ermetico di simboli personali che le rende scherzosamente più vicine alla poesia che alla prosa. Tuttavia, la prevalenza di maschere anti-contagio su molte delle sue figure suggerisce la tossicità del nostro ambiente, il pericolo sempre presente di malattie trasmissibili e la minaccia del terrorismo chimico che perseguita il nostro tempo travagliato. Sebbene vi sia un evidente pericolo nell'interpretare un'iconografia così complessa in modo troppo letterale, nella "Geisha" di Proietto, in cui la testa ornata di fiori di una bellezza giapponese, la metà inferiore del viso nascosta dall'onnipresente maschera potrebbe suggerire il fungo atomico di Hiroshima, con l'area scura della sua ampia fascia da smoking che rappresentava la terra carbonizzata sottostante. Indipendentemente dal fatto che l'immagine sia stata causata o meno dalle recenti perdite di impianti nucleari nel Giappone rurale, è un'immagine potente, che evoca un mondo moderno irto di pericoli e disastri che il maestro della stampa giapponese Hokusai, la cui delicatezza della linea Proietto sembra incanalare qui, potrebbe mai immaginato. Un altro tipo di terrore si manifesta nel "Dal Barbiere" di Proietto, dove una massa bianca di crema da barba, anziché la maschera per il viso prevista, oscura parzialmente un volto maschile in primo piano saldamente nelle mani di una barbiere con il sangue che brandisce un rasoio. unghie rosse. Qui, il tocco di colore crea un effetto visivo allo stesso tempo Pop e viscerale. In altre opere, tuttavia, le qualità più formali emergono in primo piano, come si vede in "Cinese", dove una donna asiatica stilizzata e semiastratta che indossa un kimono decorato è avvolta in un vortice serpentino scuro lineare che ricorda più apertamente il già citato Aubrey Beardsley. Ma affinché lo spettatore non venga cullato in un sereno compiacimento da un tale intervallo di bellezza formale, Proietto ripristina ancora una volta l'elemento dell'ansia con "Domatore", l'immagine di un uomo mascherato che lotta contro un'antagonista che tenta di strangolarlo da dietro mentre infilava la punta della sua décolleté rosa con tacco a spillo nella parte bassa della sua schiena. Un commento d'amore nell'era dell'ansia? Non si può dire con certezza. Perché, come la maggior parte delle immagini di Carlo Proietto, è altamente suggestivo in un modo che lascia ampio spazio a molteplici interpretazioni, anche se ci si meraviglia delle qualità estetiche incontaminate che rendono anche i quadri più inquietanti di questo artista una gioia per gli occhi. –– Maurice Taplinger Carlo Proietto , Galleria Agora, 530 West 25th St., 23 dicembre 2011 – 12 gennaio 2012. Ricevimento: giovedì 29 dicembre, 18 - 20.

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