Carol Reeves: Natura morta come rifugio sicuro

Scritto da: Lisa Rosenfeld

Matisse una volta disse che voleva che i suoi dipinti fossero "come una comoda poltrona per lo spettatore" e questa sembra un'affermazione con cui Carol Reeves potrebbe essere prontamente d'accordo, a giudicare dall'amabile fascino dei dipinti che sta mostrando alla Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 20 novembre all'11 dicembre. (Ricevimento giovedì 29 novembre, dalle 18:00 alle 20:00.)

Ciò che gli artisti dicono del loro lavoro non è mai così semplice come sembra, tuttavia, e Reeves è arrivata alla sua attuale tranquillità solo dopo un periodo di ricerca interiore quando, appena uscita dalla scuola d'arte, si è chiesta se un pittore innamorato della natura morta e dei fiori i soggetti potrebbero ancora essere presi sul serio e attirare un pubblico artistico sofisticato. Poi ha ricordato una citazione di Madre Teresa: "In questa vita non si possono fare grandi cose, solo piccole cose con grande amore". Da allora, Reeves ha attirato i collezionisti e il plauso della critica facendo esattamente questo: dipingendo nature morte e soggetti floreali che offrono allo spettatore almeno una tregua temporanea dai "mali e dalle sofferenze del mondo".

Tuttavia, non è semplicemente la sua decisione di non "aggiungere alla bruttezza", come dice lei, che ha attirato l'attenzione di Reeves; sono i colori audaci, le composizioni audaci e la scala dinamica dei suoi dipinti di nature morte che le hanno permesso di entrare a far parte dei ranghi di quei pittori postmoderni che conferiscono al realismo un impatto visivo puro che un tempo apparteneva alla sola astrazione. La potenza del lavoro di Reeves è immediatamente evidente nella sua tela, caratteristica e di grandi dimensioni, "Red Hot Red", una vera e propria sinfonia di cadmi vibranti, che raffigura un bouquet brillante che sgorga da un vaso di vetro incastonato tra altri vasi cristallini e rapisce lo spettatore in virtù dell'artista modo con luci e ombre. Particolarmente impressionante è la gestione da parte di Reeve delle ombre violacee proiettate dai fiori cremisi sulla scintillante tovaglia bianca, che sono rese con tale verosimiglianza apparentemente meticolosa da suggerire il fotorealismo. Tuttavia, a un esame più attento, sono le sue pennellate sobrie ma fluide, a malapena asservite alle apparenze reali, che rendono viva la composizione e le conferiscono una vitalità astratta del tutto uguale alla sua convincente somiglianza di oggetti su un tavolo. La stessa vitalità astratta ravviva anche altri dipinti di Reeves, ed è ugualmente sorprendente in composizioni come "Teacups II", dove non sono presenti elementi naturali per evocare un senso di vita, ad eccezione della luce viva che brilla sulla superficie del coppe di porcellana dai bordi dorati allineate come in una processione di gala. È parte integrante della capacità pittorica di Reeves che può spostarsi facilmente tra la rappresentazione fluida ma precisa degli oggetti che vediamo in questo dipinto e il suddetto dipinto alla tecnica più impressionista che impiega in nature morte come "Stelle marine e Abalone". così come in soggetti floreali all'aperto ventilati come "Misty Pond #5" e "Hydrangea¬Purple", dove la sua pennellata è più ampia e succosa.

Guardando e lasciandosi trasportare dai dipinti di Carol Reeves, si può solo essere grati che ci siano ancora alcuni artisti che celebrano la bellezza che ci circonda e forniscono un rifugio sicuro, per quanto temporaneo, dalle cure mondane.

Crediti immagine: TAZZE DA TÈ II - Olio su tavola 40"x60"

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