Colore ed Emozione nella Musica Visiva di Francesco Ruspoli
Alcuni dei nostri artisti più memorabili e duraturi sono quelli che evolvono simboli succinti per la nostra comune umanità: Everymen di Jean Dubuffet; Le mostruose Amazzoni di Willem de Kooning; Gli operai siderurgici robotici di Leger; Gli accoppiatori di carne fredda di Francis Bacon che si fondono in blob protoplasmatici su letti desolati d'amore come lastre dell'obitorio... Il pittore contemporaneo Francesco Ruspoli sembra destinato a unirsi alla loro compagnia, con la sua folla nei cui volti ansiosi "The Scream" di Edvard Munch echeggia silenziosamente a colori vivaci. Nelle serie passate Ruspoli ha dipinto amanti senza volto, le loro anatomie semplificate intrecciate, i colori primari della loro carne che riflettono il calore dei primati. In pubblico, il pittore arma i suoi personaggi di volti "per affrontare i volti che incontri", come dice Eliot in "Prufrock". Ma questi volti simili a maschere si incontrano raramente, poiché si muovono tra le altre anime alienate nelle strade della città dove le insegne al neon vorticano come le stelle schizoidi di van Gogh o formano guglie simili a cattedrali che suggeriscono le ornate Torri di Mammona a Las Vegas. Il colore nei dipinti di Ruspoli può significare un'emozione cruda: “rosso di rabbia”; "verde d'invidia"; “blu come può essere”; oppure, può simboleggiare un desiderio universale di trascendere tutte le limitazioni e volare sopra l'arcobaleno in un nuovo mondo di aspirazioni e possibilità illimitate. Lo stesso Ruspoli, concentrandosi, come devono fare tutti i pittori seri, sul processo pittorico, piuttosto che tracciare consapevolmente il possibile significato delle sue immagini, descrive l'esperienza di creare queste composizioni come la sensazione di trovarsi sulla "frontiera dinamica tra astrazione e figurazione, ” mentre è immerso in quella che lui chiama “una musica di colori”. A livello strettamente visivo, sensazioni simili vengono trasmesse anche allo spettatore reattivo. Insieme al notevole fascino estetico delle superfici sensuali di Ruspoli, tuttavia, e ai suoi colori audaci, spesso enfatizzati, come quelli di Georges Rouault, con spessi contorni neri, il suo lavoro ha un impatto emotivo crudo che si manifesta intensamente nel dipinto che chiama "Divina Destino." In questo vibrante olio su tela la stessa tonalità di luce rosso cadmio che proietta un senso di rabbia livida nel profilo ampio, cupo e cupo in primo piano a sinistra dell'immagine, riflette il caldo bagliore dell'amore materno per il bambino cullato nel braccia protettive della figura materna giallo oro delicatamente curva sul lato destro della composizione, mentre altre figure semplificate più piccole si precipitano dietro di loro con l'oblio frettoloso del cittadino urbano tormentato, contro il paesaggio urbano impressionista rapidamente sfiorato. Nel frattempo, la timida, scheletrica figura dal viso azzurro catturata nel mezzo, tra il profilo rosso enormemente torvo e la madre che culla in modo protettivo il suo bambino, assume un'espressione dolorosa, come se, come il personaggio del famoso dipinto di Munch, fosse sull'orlo di emettere un urlo primordiale. Infatti, come il suo famoso predecessore espressionista, Francesco Ruspoli si presenta in questa serie come un maestro dell'angoscia umana. Lo si può vedere ancora in un altro potente olio su tela in cui una folla di figure rannicchiate –– alcune con il capo chino in modo da nascondere i lineamenti, altre avvolte da veli azzurri attraverso i quali si vedono solo i loro occhi –– camminano cauti verso lo spettatore su uno sfondo di cupole e archi spazzolati brillantemente che suggeriscono chiese e moschee. Sotto ogni aspetto, è un dipinto inquietante come il suo titolo: "Tempi instabili". –– Marie R. Pagano Francesco Ruspoli, Galleria Agora, 530 West 25th Street, fino al 19 novembre 2013. Ricevimento: giovedì 7 novembre 2013 18 - 21