Fotografia: angoli di visione, versioni della realtà
La confluenza tra visione personale e tecnologia all'avanguardia rappresenta una potente sintesi creativa in "Altered States of Reality: an Exhibition of Analog and Digital Fine Art Photography", presso Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 27 ottobre al 17 novembre (Ricevimento: giovedì 29 ottobre, dalle 18:00 alle 20:00.)
Tipograficamente, Maria Trezzi fa in fotografia quello che Kurt Schwitters ha fatto in collage. Eppure i frammenti di testo che Trezzi impiega nelle sue composizioni servono anche come simboli semiotici, una sorta di poesia concreta che suggerisce torri di parole retro-futuristiche in una terra desolata consumistica.
I collage fotografici digitali dell'artista noto come GISART danno vita a complesse associazioni. Perché le immagini di GISART presentano il nostro ambiente quotidiano come un campo minato saturo di media di significati allettanti e sfuggenti. Al contrario, Uri Mahlev si sforza nella sua fotografia di creare uno spazio in cui lo spettatore possa connettersi con il proprio io interiore. Eppure Mahlev suggerisce anche l'isolamento esistenziale in un'immagine memorabile di una piccola figura stagliata che attraversa uno spazio oscuro dall'aspetto alieno come i terreni surreali di Yves Tanguy.
L'artista brasiliano Clecio Lira colora digitalmente le sue originali fotografie floreali in bianco e nero, aggiungendo tonalità vibranti più influenzate dal Carnevale che dalla natura. I quadri di Lira sono dunque essenzialmente esplorazioni pittoriche, in cui un fiore giallo brillante incastonato su un campo azzurro brillante assume una sensualità sontuosa che fa vedere una cosa familiare in un modo del tutto nuovo.
A partire dal suo nome, il nativo newyorkese Isaac Images porta una ironica sensibilità neo-dada a fotografie come "Blood From a Stone", in cui due mani che si stringono sembrano smentire letteralmente il detto: "Non puoi ottenere sangue da una pietra”. Facendo dei giochi di parole e delle metafore visive il suo mestiere, Images crea affermazioni surreali mentre porta un elemento di umorismo tanto necessario alla scena artistica contemporanea.
Brulicanti di un'intricata serie di motivi interni e immagini, i ritratti di Lil Dafonte hanno suscitato azzeccati paragoni con Giuseppe Arcimboldo. Il letteralismo della sintesi di fotografia e fantasia di Dafonte, tuttavia, proietta un impatto psicologico contemporaneo più irresistibile rispetto ai dipinti di quello del precursore del surrealismo del XVI secolo. Attraverso un ingrandimento a fuoco morbido, Sharon Hickey trasforma i minimi dettagli del paesaggio australiano in esplorazioni liriche di forma e colore. Evitando il banalmente pittoresco, Hickey rivela essenze molto più intime alla base della conformazione del terreno.
Il fotografo del Connecticut ampiamente esposto David LaBella esplora anche il mondo naturale da vicino, sebbene con una messa a fuoco cristallina, creando un effetto iperrealista che enfatizza le qualità tattili di soggetti semplici come rocce fitte o un letto di foglie autunnali. I quadri di La Bella possiedono la palpabile, intransigente “cosa” delle poesie immaginarie. Un altro tipo di purezza fotografica si ritrova nelle immagini in bianco e nero di Eleanor Owen Kerr. Perché Kerr porta alla luce momenti di pura magia: un raggio di sole che scorre attraverso le rovine monolitiche di Stonehenge; un sentiero di pietre che saltano sull'acqua come la proverbiale scala verso il Paradiso.
Le “palle d'acqua” di cristallo utilizzate per mantenere l'umidità nelle piante si trasformano nelle fotografie di Lymarie Rodriguez in simboli sfuggenti. In virtù della sua visione unica, Rodriguez evoca un misterioso mondo in miniatura, alternativamente bucolico e cosmico, dove queste minuscole sfere riflettenti si trasformano in gocce di rugiada o pianeti stranamente simmetrici. Continua da pagina 23
L'artista californiano di origine iraniana Toktam Tayefeh, pittore oltre che fotografo, proietta una grandiosità panoramica che ricorda Turner o la Hudson River School nei suoi paesaggi digitalizzati fantasiosi e suggestivi. Al contrario, Rupert Davis cattura un senso dinamico di potere urbano nel suo "New York, New York ll", dove i volti impassibili dei classici edifici per uffici in pietra, baciati dalla luce solare, appaiono inclinati di un angolo che ne esalta il senso innato del dramma. Come gli altri foto-artisti in questo importante sondaggio alla Galleria Agora, entrambi dimostrano le diverse direzioni di una forma d'arte in continua evoluzione.
–– Byron Coleman
Crediti immagine: 1107 Acadia National Park ME, stampa digitale su carta, 20" x 16"