Spring River, Dipinti, 36 x 48

Il neopuntinismo di Santina “Semadar” Panetta

In un frangente finora poco esplorato in cui il puntinismo incontra l'arte ottica e la pittura sui campi di colore sono gli oli di Santina Panetta “Semadar”., un'artista che è stata esposta alle arti classiche sia nella sua nativa Italia che in Grecia prima di emigrare a Montreal, e che ha delimitato il suo territorio unico. Apparentemente, i dipinti di Panetta sono paesaggi. Eppure il suo modo distintivo di giustapporre punti di colore discreti che si fondono otticamente, piuttosto che sulla tavolozza dell'artista, va oltre gli effetti della natura per accendere uno sfavillante luccichio cromatico forse più simile ai primi Larry Poons e Brigid Riley che a quelli di Seurat . Allo stesso tempo, Panetta ha ovviamente studiato e assorbito la formula del maestro puntinista per la pittura ottica basata sulla ripetizione sistematica di elementi che chiamava “divisionismo”, attraverso la quale sperava di arrivare a un approccio più razionale alla luce e al colore rispetto a gli effetti fugaci degli impressionisti. Panetta, però, alza la posta cromatica impiegando colori infuocati in alcune opere che il suo predecessore potrebbe non aver necessariamente scelto e combinandoli con l'intrepidezza contemporanea. E, in definitiva, proprio come Seurat ha fatto a suo tempo e con i suoi modi, i suoi dipinti trascendono la tecnica che impiega per crearli, diventando entità illuminate da una propria vita unica. Sebbene a prima vista il confronto possa sembrare inverosimile data la disparità dei loro soggetti, il lavoro di Panetta può anche essere paragonato a quello di Chuck Close per il modo in cui le unità separate che compongono le sue composizioni, sebbene astratte a distanza ravvicinata, coerente a distanza per creare l'immagine. Tuttavia, sono principalmente le combinazioni di colori uniche di Panetta che contraddistinguono il suo lavoro, così come il modo in cui anima le superfici dei suoi dipinti attraverso la disposizione delle sue macchie di colore e la giustapposizione di diverse tonalità per catturare qualità di luce leggermente mutevoli a differenza di quelli dei primi puntinisti o dei loro coetanei nel movimento impressionista. Né quasi scientifico nel modo in cui intendeva Arthur Danto quando si riferiva a Seurat come "un gelido geometrista, un ingegnere cromatico", né legato ai capricci casuali della natura alla maniera dei pittori plein air come Monet, i dipinti di Panetta sembrano partecipano sia di elementi sistematici che spontanei per arrivare agli effetti radiosi che proiettano. Eppure la luce è invariabilmente il pezzo forte nelle sue composizioni. Per assaporare le sottili variazioni che ottiene da una composizione all'altra, basta confrontare il suo olio su tela "Spring River" con un altro olio su tela intitolato "Day Break". Nella prima opera, nonostante tutto il bagliore cromatico della superficie luccicante, sono chiaramente definite le forme del fiume azzurro che scorre e il fogliame giallo e verde lungo la sua riva. In quest'ultimo dipinto, tuttavia, il paesaggio è quasi decostruito dal senso di luce accecante e brillante che riempie l'intera composizione, illuminandola fino al punto di quasi oblio. Qui, come suggerisce il titolo, la luce dell'alba “spezza” virtualmente la composizione in una scintillante gamma di sfumature dorate, esemplificando la sintesi di paesaggio e astrazione in cui eccelle Santina “Semadar” Panetta. –– scritto da Byron Coleman

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