Il “realismo astratto” di James Kandt: il meglio di due mondi

Scritto da: Maurice Taplinger

A differenza di molti artisti odierni, che iniziano a mostrare le loro opere subito dopo la scuola d'arte, James Kandt dipinge da molti anni, ma ha iniziato a esporre solo di recente. Mentre lavorava come art director per un'azienda di Hollywood che era pioniera nello sviluppo dell'animazione al computer, e in seguito dirigeva il suo studio di design, Kandt perfezionò pazientemente la sua tecnica finché non si sentì pronto a condividere il suo lavoro con il mondo. I risultati del suo lungo letargo creativo possono essere visti in "Elemental Realms", presso Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 26 ottobre al 15 novembre, con un ricevimento giovedì 1 novembre dalle 18:00 alle 20:00.

La "Serie Landshape" di Kandt si è evoluta dal suo interesse a lungo termine per la pittura astratta. Come per molti artisti della sua generazione, si può solo presumere che la sua influenza principale sia stata l'espressionismo astratto, il movimento che ha messo la pittura americana sulla mappa. Tuttavia, la sintesi personale a cui è venuto a riferirsi come "realismo astratto" richiama anche, nello spirito se non nello stile, artisti precedenti come Arthur Dove, Marsden Hartley e Georgia O'Keeffe, modernisti pionieri che non hanno mai abbandonato il loro radici nella natura. L'olio su tavola che Kandt chiama "Untitled Landshape No. 5", in particolare, ricorda il famoso dipinto di O'Keeffe di un pino visto dal suolo della foresta per la sua prospettiva vertiginosa. Kandt, tuttavia, combina un fotorealismo più fine e mirato con una tavolozza quasi monocromatica di tonalità della terra per rendere la sua pittura allo stesso tempo più specifica e astratta di quella del suo predecessore. E violando la vecchia regola accademica secondo cui un artista dovrebbe evitare la "monotonia" non dipingendo mai su un pannello perfettamente quadrato, Kandt conferisce alla sua composizione di 48" per 48" un senso di spazio illimitato che in realtà ne esalta le qualità astratte.

Il paradosso del particolare fuso con il rigoroso formale è molto al centro dello stile realista astratto di Kandt, che fa intimo capitale delle superfici degli alberi che sono i suoi unici soggetti, pur allontanandoli in qualche modo dalle convenzioni del realismo in virtù della sua moderazione coloristica e del drammatico ritaglio compositivo. Anche la fotografia e la manipolazione del computer svolgono un ruolo nelle prime fasi dei suoi oli, consentendogli di elaborare soluzioni formali relative al colore e alle composizioni prima di applicare il pennello al pannello. Eppure, nonostante tutta la deliberazione che precede il processo pittorico, le composizioni di Kandt raggiungono finalmente un senso dinamico di "spingi e tira" che è molto simile all'espressionismo astratto. Tuttavia, il pittore di quella scuola con cui sembra avere più in comune è Franz Kline, noto soprattutto per le sue astrazioni calligrafiche in bianco e nero, che apparivano spontanee ma in realtà erano accuratamente progettate ed eseguite da schizzi che l'artista proiettava sulla tela con un proiettore opaco. Sembra un'evoluzione logica da quel tipo di processo al realismo astratto di Kandt, in cui i tronchi e i rami degli alberi, sebbene meticolosamente delineati fino alle trame più dettagliate della corteccia, mostrano una velocità di spinta altrettanto dinamica quanto la trave di Kline forme nere.

Come Andrew Wyeth, che una volta affermò che i suoi dipinti apparentemente realistici erano pieni di "piccole astrazioni", James Kandt riesce splendidamente ad avere entrambe le cose.

Crediti immagine: PAESAGGIO SENZA TITOLO N. 5 - Olio su pannello 48" x 48"

Leggi altre recensioni

Unisciti alla nostra mailing list