Luigi Galligani: Umanizzare i miti, restaurare il senso della meraviglia

Lavorando principalmente in bronzo e terracotta, lo scultore italiano Luigi Galligani reinterpreta gli antichi miti mediterranei in termini contemporanei sorprendenti, presso Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 12 dicembre al 2 gennaio 2009. (Ricevimento: giovedì 18 dicembre, dalle 6 - 20:00.)

Galligani, che ha una storia espositiva impressionante, ha opere in importanti collezioni private e pubbliche in tutto il mondo. I suoi pezzi attirano l'attenzione tanto per le loro forme creative quanto per l'espressività e l'autenticità. Eppure, come quelli dello scultore americano Tom Otterness, sono anche dotati di un vivace spirito visivo. È infatti capace di creare figure che si trasformano in modi a volte sorprendenti senza mai rasentare il grottesco.

Un esempio calzante è la sua “Murena” in bronzo, in cui la parte inferiore del corpo di un nudo femminile culmina in una forma astratta serpentina che potrebbe suggerire onde stilizzate. Ci vuole un talento raro per far funzionare tali anomalie anatomiche, ma Galligani ci riesce in virtù del suo senso fluido della forma. Allo stesso tempo, può anche creare sculture come il bronzo “Dopo il Bagno”, in cui la semplice figura femminile nuda è dotata di una voluttà classica da tempo perduta.

Ugualmente influenzato dall'arte del Rinascimento italiano e da quella del periodo arcaico in Grecia e in Italia, Galligani ha sviluppato una singolare sintesi personale, al tempo stesso rispettosa della tradizione e animata dalla moderna immediatezza. Nel suo bronzo patinato “Sirena Sospettosa”, ad esempio, una sirena graziosamente semplificata che si sostiene con le braccia dietro di sé si allunga come una stellina di Hollywood che prende il sole a bordo piscina. In qualche modo, lo scultore riesce a conferire a questo essere mitologico un portamento disinvolto che le conferisce il fascino della ragazza della porta accanto.

La “Medusa” di Galligani è anche dotata di un carisma contemporaneo che fa sembrare la corona di serpenti che si contorce dalla sua testa non più attraente, molto meno minacciosa della pettinatura a strati di un'adolescente nubile. Forse i suoi lineamenti impertinenti e gli occhi modestamente bassi completano anche l'impressione che questa sia una Medusa molto più attraente di quella a cui è abituato il mostro urlante, con gli occhi da insetto e la bocca spalancata. Galligani sembra avere un dono di stampo pigmaliano per "umanizzare" tali figure mitiche in virtù della propria umanità e arguzia visiva.

Paradossalmente, questa capacità di affrontare soggetti mitologici con senso dell'umorismo sembra essenziale per qualsiasi artista contemporaneo che desideri essere preso sul serio. Tuttavia, se si tratta di tali argomenti in questi giorni ed età, è altrettanto importante dotarli di una certa credibilità formale. E Galligani ci riesce splendidamente su entrambi i punteggi. È particolarmente abile nel creare appendici immaginarie come code di sirena e ali d'angelo che si fondono perfettamente con gli attributi più attesi dell'anatomia umana ordinaria attraverso la sua impressionante fluidità formale.

Infatti, in virtù della sua facile dimestichezza con tali argomenti, Luigi Galligani dimostra che la sospensione della credenza che permette di credere alla verità simbolica, se non letterale, di queste antiche storie, può essere ancora possibile. E così facendo ci presenta il grande dono di un rinnovato senso di meraviglia. Quindi non sorprende che abbia conquistato il favore di così tanti critici e collezionisti di spicco in tutta la sua natia Italia e nel mondo.

¬¬Maurice Taplinger

Crediti immagine: Piccola Sirena Acciambellata, Terracotta, 19,5" x 14"

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