L'evocativo regno delle ombre di Maria Pia Taverna

Mentre molti si schierano oggi riguardo ai media tradizionali rispetto a quelli più recenti, sposando con veemenza i meriti estetici superiori o la rilevanza contemporanea dell'uno o dell'altro, alcuni degli artisti più interessanti sono quelli che evolvono una sintesi personale di entrambi. Una delle scoperte più intriganti al riguardo è Maria Pia Taverna, originaria dell'Italia, attualmente residente e lavoratrice a Torino, il cui lavoro sarà esposto nella mostra “The Odyssey Within”, presso Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 12 dicembre al 2 gennaio 2009. (Ricevimento: giovedì 18 dicembre 2008, dalle 18:00 alle 20:00.)

Combinando le immagini digitali con le classiche tecniche di pittura a olio su tela, Taverna crea composizioni con un impatto emotivo insolito, che è ciò che alla fine le rende avvincenti al di là di ogni considerazione tecnica. Il suo lavoro fonde elementi di espressionismo, pop e altri movimenti artistici moderni nella sintesi altamente personale che si vede in immagini come "Cauta Attenzione" e "Oltre", dove volti femminili glamour, che riflettono la sua prima formazione nello styling della moda, dominano composizione. Spesso questi volti sono primi piani ritagliati che sembrano richiamare i decollage dell'Arte Povera dei primi artisti italiani che creavano composizioni strappando gli strati di manifesti stradali incollati per film e prodotti di consumo.

In virtù della sua tecnica impeccabile, tuttavia, le immagini di Taverna sono realizzate in modo più fluido e fuse senza soluzione di continuità in un modo che fa riferimento anche al surrealismo in termini di creazione di fantasie e sogni di vocabolario visivo. In "Oltre", ad esempio, la parte inferiore del viso di una donna incombe come un'apparizione spettrale sopra piccole figure in ombra che attraversano una strada notturna della città sotto gli occhi itterici di molte finestre illuminate.

In altri lavori come “L'Irrisolto” ed “Estatico”, le immagini del volto femminile sono espressivamente distorte in un modo che conferisce loro un fascino astratto per adattarsi alla loro risonanza poetica. Il lavoro successivo è particolarmente efficace in questo modo; dopo che l'occhio si è adattato all'immagine, dopo aver finalmente tratto la sua essenza da quello che a prima vista sembra essere un labirinto di ombre che suggeriscono allusioni anatomiche frammentate, si scorge un bel volto di donna in cima alla composizione, la testa gettata all'indietro come se fosse in preda all'agonia di un evento erotico.

Poi c'è "Il Nuovo Oltre", in cui una donna voluttuosa in un abito nero scollato, decapitata sopra le labbra dal bordo della composizione, sembra abitare una sorta di passaggio dove figure più piccole e più lontane svolazzano nell'ombra , suggerendo un dramma che si sta svolgendo che rimane misteriosamente sfuggente. Tali immagini possiedono una qualità decisamente allucinatoria; sembrano scandagliare le profondità del subconscio umano, creando un simultaneo senso di gioia e disagio nello spettatore che li rende una rarità nell'attuale clima artistico.

Decisamente più complesso è "L'insensento" di Taverna, una composizione brulicante di una moltitudine di figure in movimento alla maniera di certi dipinti dei suoi compagni antenati italiani del movimento futurista, sebbene delineata con un'esattezza che ricorda più le grandi tele surrealiste di Max Ernst . La scena suggerisce un tumulto sociale quasi sinistro che contrasta drasticamente con gli spazi onirici più intimi in alcune delle composizioni meno popolate di Maria Pia Taverna.

¬-Lucille Fulcher

Crediti immagine: L'insensento, olio e arte digitale su tela, 35" x 35"

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