Nuova arte dall'Australia e dalla Nuova Zelanda a Chelsea
Scritto da: Peter Wiley
Il critico d'arte australiano e burbero inveterato Robert Hughes una volta ha affermato in modo alquanto condiscendente che l'arte australiana e, di conseguenza, anche quella della Nuova Zelanda era "puramente un prodotto dell'isolamento". Ma tale opinione non sembra più essere vera, dato il livello di alto scopo e raffinatezza mostrato in "Out From Down Under & Beyond: The Australian & New Zealand Art Exhibition", presso Agora Gallery, 530 West 25th Street, dal 10 maggio fino alle 30 (Ricevimento giovedì 15 maggio, dalle 18 alle 20).
Dalle maestose forme minimaliste della tedesca Eve Arnold, create con grandi lastre di alluminio o rame che incide, stempera e rifinisce con foglia d'oro 24 carati per creare sensuali effetti di superficie; alle complesse composizioni figurative del pittore di formazione russa Alex Nemirovksy che combinano il disegno classico europeo e l'abilità pittorica con un tumultuoso neo-surrealismo; alle fluide astrazioni ritmiche della pittrice di origine indonesiana Sonya Veronica, con le loro tonalità profonde e luminose, lo spettacolo ospita un'ampia gamma di influenze internazionali. A questo proposito, l'arte dell'Australia e della Nuova Zelanda, come quella degli Stati Uniti, sembra beneficiare di una grande contaminazione estetica, che arricchisce la sua cultura nativa e rende difficile definire i confini tra tendenze nostrane e importate.
In effetti, anche quando le influenze indigene si affermano, sono invariabilmente informate da una varietà di elementi sofisticati, come si vede nel lavoro di Sally Smith, che vive su una piccola isola della Nuova Zelanda e i cui disegni a inchiostro e acquarello con la miscela di simbolico e naturale elementi partecipano in egual misura della sua esperienza di architetto e della cultura Maori del marito.
Poi c'è Freya Jobbins, un ex membro delle forze di polizia federali australiane, le cui iconiche xilografie in bianco e nero catturano l'eroismo quotidiano dei soccorritori di emergenza in azione in composizioni energiche animate da potenti ritmi lineari. Le composizioni di Jobbins hanno un'immediatezza simile al realismo sociale di Kathe Kollwitz unita a una finezza tecnica che ricorda Leonard Baskin. Sally West attinge non solo dal paesaggio aspro dell'entroterra australiano, ma anche dall'arte aborigena della stessa area. Come quegli artisti indigeni di "Dreamtime", crea spesso le sue composizioni con molti tocchi di colore densamente stratificati, risultando in un luccichio superficiale intricato, brulicante e cromaticamente complesso. Tuttavia, West è una pittrice esperta e sofisticata, ovviamente anche influenzata in egual misura dal cubismo e da altri movimenti artistici modernisti europei, anche se evoca un vivido senso del paesaggio e della cultura australiana in virtù del suo costante affetto per i suoi particolari aspri.
Fiona Craig, d'altra parte, utilizza una gamma completa di colori vivaci nei suoi paesaggi che riflettono la sua educazione nelle Blue Mountains, vicino a Sydney, e le sue composizioni di nature morte sono ugualmente inondate di colori intensamente intensificati, conferendo loro un impatto simile all'astrazione, nonostante l'esigente verosimiglianza con cui impregna le sue scene e gli oggetti.
Aaron J. March sembra combinare influenze primitive e sofisticate in una sintesi vivace in dipinti dove forme figurative semplificate giocano spesso a nascondino con forme e gesti meno riconoscibili, creando composizioni in cui l'immediatezza dell'Art Brut si sposa con successo al vocabolario dell'Astratto Espressionismo.
Come gli altri artisti in questa mostra, March rivela una raffinatezza che smentisce l'implicazione del provincialismo nella dichiarazione di Robert Hughes citata all'inizio di questa recensione. Sembra certo che anche Hughes dovrebbe essere d'accordo sul fatto che l'arte australiana, insieme a quella della Nuova Zelanda, è ormai una forza da non sottovalutare nell'arena globale del postmodernismo.
Crediti immagine: Aaron J. March - Per raccogliere una parte acrilico e smalto, 44,5 "x 35"