Tempesta di primavera, dipinti 43,5 x 10

Rieko Karrer: Zen in astratto

Nato nel 1952, Rieko Karrer è cresciuto in una famiglia giapponese molto tradizionale. Ricorda con affetto la fragranza dell'incenso in un tempio buddista e le lezioni di calligrafia che, sebbene all'epoca potrebbe non averlo previsto, in seguito l'avrebbero preparata per la fluida pennellata che contraddistingue la sua arte. Ha imparato qualcosa della natura effimera della vita quando suo padre è morto mentre lei era ancora molto giovane. Questa esperienza di perdita in tenera età ha risvegliato il suo profondo interesse per la filosofia e il buddismo zen in particolare. Nel suo testo seminale, "Zen in the Art of Painting", Helmut Brinker, professore di arte dell'Asia orientale all'Università di Zurigo e un'autorità di fama internazionale sull'arte dello Zen, afferma: "Caratteristica dello Zen –– e, in un certo senso , proprio della mente orientale in generale –– è il tentativo di comprendere e sperimentare dall'interno le cose di questo mondo, siano esse animate o inanimate: lasciarsi afferrare e prendere da esse invece di cercare di comprenderle, come noi in l'Occidente lo fa, da un punto di vista esterno a loro. Così, a un livello senza precedenti in qualsiasi altra forma d'arte, l'arte Zen richiede all'osservatore un assorbimento tranquillo e paziente, un ascolto puro e composto a quell'enunciato impercettibile che tuttavia sussume in sé tutte le cose e che indica il Nulla assoluto che si trova al di là tutta forma e colore”. In effetti, la sottigliezza delle composizioni a tecnica mista di Rieko Karrer con inchiostro Sumi e tempera giapponese su carta di canapa richiede un profondo assorbimento da parte dello spettatore, ma lo premia con ciò che l'artista definisce come la sensazione "di parte del Processo Cosmico di benedizione". In uno di questi lavori, "Spring Storm", lunghe forme floreali semi-astratte a scorrimento orizzontale a mano, delineate dalle sue pennellate aggraziate nei toni del grigio dell'inchiostro Sumi diluito e accentuate qua e là da delicati tocchi di verde pallido, rosa e tempera gialla, spazzata come se fosse soffiata da venti caldi su tutta la lunghezza della carta di canapa altrimenti intatta. Nella grande tradizione dello Zen, Rieko Karrer si avvicina anche al concetto di Nulla di cui ha parlato il professor Brinker con la composizione che chiama “Morning Mist”. Qui, i più deboli tocchi di pigmenti a tempera bianca, combinati con pezzetti di inchiostro più scuro e i più piccoli tocchi e macchie di tempera gialla evocano uno degli aspetti più sottili della natura. Nel tentativo di dipingere ciò che è quasi invisibile, raggiunge la "luminosità naturale", per la quale afferma di lottare in tutte le sue composizioni. Riesce in questo obiettivo in modo altrettanto evocativo in "Tender Cloud 1" e "Tender Cloud 2", entrambi nel formato a scorrimento orizzontale lungo che preferisce. Nelle prime forme cumuliformi sono raccolte sul lato sinistro della composizione e delimitate da ombre sottostanti, con ciuffi che volano liberi e tinti leggermente di rosa, come se fossero retroilluminati dalla luce del sole; mentre in quest'ultimo i frammenti di nuvole bianche appaiono più dispersi, come sbuffi di cotone soffiati per tutta la lunghezza della composizione e oltre da una brezza vivace. In questi e altri lavori in questa mostra stimolante, Rieko Karrer cerca sempre di cogliere i fenomeni più sfuggenti in natura, cose che sono quasi inverniciabili. Per tentare un proprio koan zen (paradosso per provocare la meditazione), è quando fallisce che ci riesce più splendidamente. –– Maureen Flynn Rieko Karrer, Galleria Agora, 530 West 25th Street, 16 maggio - 5 giugno 2014. Ricevimento: giovedì 22 maggio, dalle 18:00 alle 20:00.

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